X Chi Ama L'Inter -  Calcio, Altri Sport, Off Topic

EDITORIALI ....

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view post Posted on 23/4/2018, 06:15     +1   -1
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Il paregio non serve a nessuno sarà una battaglia
 
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view post Posted on 23/4/2018, 07:36     +1   -1

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Vediamo l'arbitro ....
 
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view post Posted on 23/4/2018, 11:54     +1   -1
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ieri bravo rocchi quindi non vedremo porcate avremo un finale regolare
 
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view post Posted on 1/5/2018, 09:22     +1   -1
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Le dichiarazioni dell'ad Alessandro Antonello sono arrivate forti e chiare, ma soprattutto in clamoroso ritardo. L'Inter ha scelto ancora una volta la strada dell'eleganza, del garbo e del bello stile, seppur nella fermezza delle affermazioni. Ma l'ha fatto con colpevole ritardo, quando ormai i buoi erano già fuggiti dalla stalla. È una linea di comunicazione che non ha mai pagato e mai pagherà. E per 'pagare' si intende in termini di giustizia e rispetto, non in termini di favori e regali.
Quello che è accaduto sabato sera è stato clamoroso: troppi episodi controversi tutti in una stessa partita finiti da una parte e non dall'altra. E, andando a memoria, sono ormai davvero anni che questo accade, basta spulciare i tabellini dei vari Inter-Juve e controllare quanti e quali espulsi ci sono stati o quanti e quali rigori in favore e contro chi. Un andazzo che diventa una tendenza, con l'Inter sempre attenta alle dichiarazioni post-gara. E, puntualmente, i fatti si ripetono l'anno dopo. Orsato, d'altronde, è lo stesso direttore di gara che fece squalificare Icardi dopo Juve-Inter dell'anno scorso (era arbitro di porta), quello con Rizzoli primo fischietto, Perisic espulso per proteste eccetera eccetera. Ed è anche lo stesso del derby allungato fino al 2-2 di Zapata che, di fatto, tolse l'Europa ai nerazzurri, e del conteggio da professore sul muso sempre di Icardi (che pianse anche dopo quella partita).
Ecco, le lacrime. Dopo una partita così, che ha quasi deciso un'intera stagione, la frustrazione ha preso il sopravvento. Ed è stato corretto non ripetere le sceneggiate davanti alle tv degli juventini dopo Madrid. Ma sarebbe stata cosa buona e giusta presentarsi ai microfoni dopo lo scempio di sabato con idee chiare, dopo aver concordato un pensiero comune da sostenere. Spalletti sarebbe dovuto essere più incisivo e non restare sul vago; Icardi – in qualità di capitano – avrebbe dovuto rappresentare meglio l'indignazione di quegli 80mila tifosi inferociti; Steven Zhang avrebbe dovuto sì rivendicare l'orgoglio dei 110 anni d storia come ha fatto, ma pure non fare silenzio dinanzi alle ingiustizie.
Il silenzio non paga. Anche perché già proliferano messaggi ridicoli, come quello che vogliono il marcato sbagliato e i punti persi in malo modo con le piccole alla radice del possibile fallimento obiettivo Champions. "Basta guardare la panchina di sabato sera e paragonarla a quella della Juve", si legge. Certo, è un dato oggettivo. Ma quella, semmai, è la spiegazione dei 20 punti di ritardo dalla Juventus e dell'impossibilità di lottare per lo scudetto. Non è certo il motivo per il quale si perde una partita decisiva per il quarto posto, come dimostrato ampiamente dai 90 e più minuti del Derby d'Italia. E i punti con le piccole li hanno persi tutti, comprese Roma e Lazio.
Bisognava parlare e parlare chiaro nel post-partita. Il rischio è quello di ritrovarsi fra un anno ancora qui, ancora a chiedersi il perché di un risultato stravolto, facendo i conti con l'ennesima ingiustizia fcinter1908.it
 
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view post Posted on 1/6/2018, 18:15     +1   -1
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Lo ha ribadito anche ieri il presidente Erick Thohir: “La Champions ha aumentato i ricavi, ma i paletti del Fair Play Finanziario restano. Per fare mercato servirà ancora essere equilibrati tra acquisti e cessioni“. Mancano circa 40 milioni di plusvalenze per sistemare il bilancio dell’Inter, come sottolinea Tuttosport, “quest’anno il compito sembra più arduo e non è sicuro che bastino i giocatori ai margini del progetto di Spalletti (Nagatomo, Biabiany, Eder e Pinamonti), quelli di rientro dai prestiti (Bardi, Di Gennaro, Radu, Vanheusden, Longo, Manaj, Forte e Puscas i principali) e i migliori Primavera in uscita per questioni di età e richieste (Pissardo, Emmers, Zaniolo ed Odgaard). “Sono tre i giocatori – continua il quotidiano -, che permetterebbero al ds Ausilio e al cfo Gardini di sistemare in un colpo solo il bilancio: Skriniar (valutato almeno 70 milioni, l’Inter ha detto no a 60 proposti da gennaio a oggi dai due club di Manchester e dal Barcellona), Brozovic (ha una clausola di rescissione da 50) e Perisic (non meno di 50). Sui primi due si è espresso a chiare lettere Spalletti: «Se venisse messo in discussione il fatto che rimanga Skriniar, mi dispiacerebbe al massimo livello; Brozovic è un giocatore fortissimo, uno da cui ripartire».



Spalletti stima molto anche Perisic che ha vissuto una stagione altalenante, ma si è impegnato molto anche quando era a terra di condizione e può ricoprire più ruoli. L’impressione, però, è che sia proprio l’esterno croato uno dei possibili giocatori che l’Inter potrebbe sacrificare, soprattutto se dovesse fare bene nelle prime partite del Mondiale che si giocheranno già in questo mese. Detto ciò, non bisogna ritenere intoccabili né Skriniar né Brozovic. Sempre che la dirigenza non riesca a fare un’altra magia. fcinter1908.it
 
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view post Posted on 14/7/2018, 10:20     +1   -1
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"Una squadra Ninja, pronta cioè a sabotare un campionato per molti già scritto. Che dovrà avere l’esuberanza e la sfrontatezza del suo nuovo uomo copertina, il vero Ninja: Nainggolan". Lo scrive la Gazzetta dello Sport, che prevede un'Inter con due possibili varianti tattiche: 4-2-3-1 e 3-4-2-1.
"La grandi squadre vanno allenate anche mentalmente, come da queste parti ha fatto con grande successo José Mourinho. Ma anche Spalletti su questo è un maestro, così come è tra i migliori a lavorare sul campo - si legge -. L’allenatore sta studiando due soluzioni per ribaltare le sorti del campionato e dare l’assalto alla dinastia bianconera: il classico 4-2-3-1 e il nuovo 3-4-2-1, per sua stessa ammissione. Due sistemi di gioco, un unico scopo: esaltare lo strapotere fisico di Nainggolan tra le linee, la sua capacità di infilarsi e fare male. Il Ninja in questi primi giorni ha già trasmesso la sua carica al resto del gruppo e cercato l’intesa con Icardi, con cui fa spesso coppia al calcio-tennis. Ma il mondo Inter ha voglia di ammirare e scoprire tutta la nuova argenteria di casa. Politano la variabile impazzita dalle giocate imprevedibili. Ma è Lautaro quello più atteso. E non solo perché argentino e figlioccio di Milito. Si chiama Martinez ma che ha preteso Lautaro dietro la maglia perché «di Martinez ce ne sono troppi». Vuole essere unico, speciale e anche per questo ha voluto subito la 10. In ritiro condivide la stanza con Icardi ma l’obiettivo vero è dividere col capitano gli spazi in attacco e i gol. Il Toro argentino è pronto a stupire. L’Inter Ninja a spaventare la Juve e tentare l’impresa fcinternews.it
 
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view post Posted on 30/9/2018, 13:13     +1   -1
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Secondo Paolo Condò, con la vittoria contro il Cagliari l’Inter ha decisamente cambiato il volto alla sua stagione. Nonostante il turnover, i nerazzurri hanno avuto la meglio in una partita importante in vista della Champions League. Negli studi di Sky Sport, il giornalista ha detto:


“E’ stata cancellata la faccia tremante delle prime 4 giornate. L’Inter ha fatto molto turnover, ma i sostituti hanno retto per i 90′, i nerazzurri ora hanno messo la velocità di crociera. Dessena? Ma cosa aveva tanto da protestare? E’ stata una cosa un po’ comica. L’Inter è andata in scioltezza, importante che abbia vinto con i primi gol di Lautaro Martinez e Politano. Lautaro? Interessante quello che Spalletti ha provato in estate, ovvero l’argentino alle spalle di Icardi con Nainggolan abbassato a centrocampo. L’Inter è forse l’unica squadra che può reggere l’urto della Juventus fcinter1908.it
 
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view post Posted on 9/10/2018, 21:00     +1   -1
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Dopo il secondo pit-stop stagionale causa impegni delle Nazionali, con 8 partite di campionato e 2 di Champions League già in archivio, è possibile stilare un primo bilancio sull'impatto che i nuovi arrivati durante il mercato estivo hanno esercitato sull'Inter. Complessivamente, si tratta di giudizi provvisori e soggetti a variazione, perché la stagione è solo agli albori e non tutti hanno avuto la possibilità di mettersi in mostra con continuità. Ecco a seguire, caso per caso, il borsino dei volti nuovi in casa nerazzurra:
STEFAN DE VRIJ - C'erano sensazioni positive sul centrale olandese, designato a occupare la casella al fianco di Milan Skriniar al posto di Joao Miranda. Le aspettative finora sono state ampiamente soddisfatte, perché dopo una prima fase di legittimo adattamento l'ex Lazio ha preso le misure all'incarico affidatogli ed è da considerare un punto fermo dell'undici di Luciano Spalletti, al netto dell'inevitabile turn over che coinvolge i suoi pari ruolo. La crescita di De Vrij è stata evidente, considerando l'esordio non proprio esaltante a Reggio Emilia e la prestazione mostruosa al Philips Stadion, gli estremi di questa prima parentesi nerazzurra. In mezzo, anche un gol che poteva essere decisivo contro il Torino, un'intesa sempre più solida con Skriniar e un inno alla personalità. VOTO 7
KWADWO ASAMOAH - Non provenisse dalla Juve, sembrerebbe un veterano dell'Inter. Arrivato in punta di piedi, con la grande professionalità che lo contraddistingue si è ritagliato un ruolo prezioso nello scacchiere nerazzurro, al punto da costringere Luciano Spalletti a schierarlo anche quando necessiterebbe di un po' di riposo. L'esperienza maturata in questi anni di impegni internazionali lo hanno portato a diventare un punto di riferimento sia in difesa sia nella costruzione del gioco, dove viene cercato spesso dai compagni e non butta mai via il pallone. La prestazione meno convincente, a Ferrara, è più che altro causata dalla stanchezza di questo periodo di intenso impiego. Finora promosso senza alcun dubbio. VOTO 7
RADJA NAINGGOLAN - Si è fatto attendere a causa di un problema muscolare che è stato trattato con le pinze dallo staff medico e gli ha impedito di giocare le prime due partite ufficiali. Altrimenti chissà che picchi avrebbe toccato, con una condizione migliore, a questo punto della stagione. Esordio con gol decisivo a Bologna, rete annullata a Genova e una fondamentale a Eindhoven, non male come impatto per chi ha il dovere di contribuire alla fase offensiva. Spalletti sa benissimo che il belga non è ancora al massimo delle sue possibilità, eppure è già insostituibile. Personalità, grinta, duttilità e impatto offensivo: questo il carnet mostrato finora. Ma la sensazione è che i tifosi ancora non abbiano visto nulla di Radja. VOTO 6,5
MATTEO POLITANO - Inizio un po' a rilento, quasi a tradire una mal celata timidezza per la nuova realtà in cui si è trovato immerso. Passo dopo passo, accompagnato dalla fiducia del suo allenatore, il funambolo romano ha iniziato a esprimere il proprio calcio, fatto di dribbling, cross tagliati, tiri a giro e corsa fino allo sfinimento. Il Meazza lo ha adottato e avvolto di affetto, l'ex Sassuolo ha ricambiato con prestazioni di grande sacrificio, con il suo primo gol nerazzurro e con la prova da applausi in Champions contro il Psv. Ad oggi, pur se coinvolto nel turn over degli esterni offensivi, non è mai rimasto un'intera partita a guardare i compagni. Arma tattica e tecnica preziosa e ancora tutta da scoprire. 6,5
LAUTARO MARTINEZ - Appena 172 minuti raccolti finora ma un gol importante all'attivo, contro il Cagliari (la sua miglior prestazione). Probabilmente, considerando gli attestati di stima e l'enorme aspettativa che si è portato dall'Argentina, avrebbe sperato in un inizio di esperienza italiana più soddisfacente. Invece il dualismo tattico con Mauro Icardi (per Spalletti, al di là dell'esperimento forzato a Reggio Emilia, i due non possono ancora coesistere) e il problema al polpaccio rimediato prima di Bologna-Inter ne hanno frenato lo slancio ma non l'ambizione di essere importante per i colori nerazzurri. Nelle poche situazioni in cui è stato chiamato in causa el Toro ha mostrato qualità non da poco ma ad oggi deve accontentarsi del ruolo di alternativa a Maurito. In pochi, comunque, non scommetterebbero sulla sua esplosione. VOTO 6
KEITA BALDE' - Ultimo arrivato durante il mercato estivo, sta evidentemente pagando il ritorno a un calcio più complicato rispetto alla comoda Ligue 1. Voglia di far bene e autostima a palate, ma una collocazione tattica non facile per il momento. Costretto a muoversi in ruoli non sempre a lui congeniali (punta contro Bologna e Parma con scarsi risultati), deve ancora capire cosa si aspetta da lui l'allenatore e, soprattutto, rispettare le consegne senza la paura di non essere all'altezza nelle finora rare opportunità concessegli. Ad oggi, Spalletti lo considera più che altro un giocatore da schierare a gara in corso per dare freschezza al reparto offensivo ma è ovvio che da lui ci si aspetti possa essere un'arma anche nell'undici titolare, come avrebbe dovuto essere a Ferrara. Il tempo gioca a suo favore, occasioni per dimostrare di meritare questa maglia ne avrà ancora molte. VOTO 5,5
SIME VRSALJKO - Già trovarsi a competere contro l'inossidabile Danilo D'Ambrosio per il ruolo di terzino destro era una gran bella gatta da pelare, considerando anche lo stress del Mondiale e il ritardo nell'inizio della pre-season. A questo si sono aggiunti un infortunio alla caviglia contro il Torino e l'infiammazione significativa al ginocchio acuitasi in Nazionale che gli ha impedito di dire la sua nelle rotazioni costringendo il terzino campano all'extra sforzo. Insomma, non è stato un avvio di esperienza milanese semplice per il croato, che finalmente a Ferrara si è visto per 90 minuti e ha già iniziato la rincorsa nelle gerarchie spallettiane. Servirà ancora pazienza per vederlo al massimo, lavorare ad Appiano Gentile durante la sosta gli farà di certo bene. Sv fcinternews.it
 
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view post Posted on 29/4/2019, 08:14     +1   -1
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Nelle ultime quattro giornate di campionato, dentro le quali l'Inter dovrà guadagnarsi al più presto il pass per la prossima edizione della Champions League, Luciano Spalletti si gioca il proprio futuro, con la ferma convinzione che un terzo posto vorrebbe dire la conferma quasi automatica.
Difficile, infatti, secondo la Gazzetta dello Sport, dire addio a un allenatore che ha migliorato la posizione in classifica della squada rispetto alla scorsa stagione, quello stesso tecnico che è forte di un contratto fino al 2021 rinnovato la scorsa estate. In più, come si è detto più volte, la separazione costerebbe al club milanese qualcosa come 25 milioni di euro lordi.

Ecco perché - sottolinea la rosea - ora il cambio di allenatore non è un tema di discussione. Una volta raggiunta la qualificazione al'Europa che conta, poi, è giusto pensare a un vertice tra i dirigenti e l'ex Roma per chiarire quanto accaduto lunga tutta l'annata, non solo in termini di risultati. E per valutare anche i pensieri sul futuro di Spalletti, che da par suo - anche a leggere le sue ultime dichiarazioni - non vive di certezze assolute. La verità è che ad oggi c’è solo un nome che potrebbe cambiare le carte in tavola, considerato che José Mourinho vanta sponsor correlati al club ma è considerato un profilo di tecnico non utile all’Inter in questo periodo storico: è quello di Antonio Conte, sul quale si è mossa con decisione la Roma. Nome che però non può essere considerato al di fuori del radar di Marotta. Solo se l’ascendente di quest'ultimo su Suning sarà forte al punto di spingere a una svolta verso un allenatore dall’ingaggio elevatissimi. fcinternews.it
 
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998 replies since 29/6/2017, 06:35   3082 views
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